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A ILARIA
A DAVIDE
UN GIORNO QUALUNQUE
PENSIERI IN LIBERTA’
PENSIERI DI UN RAGAZZO DI CAMPAGNA
PENSIERI CELESTI
CREATURE STANCHE
PADRE E MADRE CONTADINI
CANTO UMBRO
TRAMONTO UMBRO
IL FORESTALE
IL GRANDE VUOTO
GRANDE CERCHIO
LABIRINTO SENZA USCITA
L’ULTIMO SALUTO
VIBRAZIONI
L’ATTESA
SPERANZA
L’ASSURDO
NESSUNO PER CASO
LA VITA E’
IL CANTO DEL GRILLO
LA SERA
TEMPORALE DI NOTTE
IL VENTO
AUTUNNO
PRIMAVERA
PAPAVERI
FIORI DI GINESTRA
FAGGIO ANTICO
L’OMBRA DELLA QUERCIA
IL MIO CANTO
LA MIA INFANZIA
IL DESTINO DELL’UOMO
PAURE
A MARCO
A PAPA GIOVANNI PAOLO II\'b0
LA VOCE DEL BOSCO
GABBIANI
FOGLIE
LACRIME
INVITO A TUTTE LE CREATURE
L’ULTIMO GIUDIZIO
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Con citazioni di salmi, passi della Génesi e dell’Apocalisse
Le poesie della presente raccolta sono già state tutte pubblicate su riviste locali e nazionali e antologie.
A mia moglie e ai miei figli Ilaria e Davide
Prefazione
Poesie per la natura
IMMAGINI
“Immagini”: mai titolo a mio parere fu più azzeccato. Quelle di Fabrizio Pruscini sono, difatti, immagini carpite su due fronti: quello della cultura ecologica che sta a fondamento della sua professione e quello della semplicità agreste. Non dico “contadina”, perché potrebbe sembrare una diminutio rispetto al contenitore nobile del mondo dei simboli, carichi di significato, che compongono quel mosaico ordinato che è la cultura umana. Ieri, infatti, la “cultura povera”, sul piano strettamente economico, era valutata la cultura contadina, quella della ghianda e del grano. Oggi il desiderio di un “eterno ritorno”, come negli aforismi nicciani, ad una realtà popolata di alberi e di animali, di silenzio e di verde, di fenomeni naturali come la pioggia e il vento è desiderato e cercato per sfuggire e comunque mettersi al riparo dalla violenza della città, dallo smog e dall’aria viziata, dai rumori e dal chiacchiericcio, da quelle brutture rappresentate da cumoli di cemento, a belle a posta descritti come opere di architettura moderna; tutto induce alla semplicità, perfino alla ricerca di solitudine in un colloquio costante con se stessi e il mondo che cade sotto la nostra personale esperienza.
Ebbene nelle “immagini” che Pruscini propone, con la cadenza della parola che, a tratti, assurge ad autentica poesia, queste emozioni sono frequenti,collegate ad episodi familiari o a ricordi neppure sfuocati, perché ravvivati da richiami costanti ad una mistica religiosa che nell’Apocalisse e nella Genesi celebra la sua verità trascendente. Un Dio, quello evocato dall’Autore, che è sempre presente e illuminante, faro e stabilizzatore di una esistenza inquieta ed incerta, bisognosa di un appiglio. Ed allora che siano persone o cose, elementi della natura o immagini fecondate nella memoria, poco importa. Conta sentirle, queste emozioni, e parteciparvi con una adesione spirituale prima che razionale, mentale prima che istintiva, quantunque, nella natura, dell’uomo, siano presenti questa e quelle.
Il ritmo è assicurato dalle parole che appaiono come cesoie, dove vengono apposti ripetuti segni grafici, ingenui e tuttavia leggeri.
di LANFRANCO ROSATI
(In principio era il verbo)
“In principio Dio creò il cielo e la terra.
Or la terra era informe e vuota, e le tenebre
coprivano la faccia dell’abisso
e lo Spirito di Dio si librava sopra le acque”
Genési 1,1-2